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Come è cambiato l’approccio al lavoro negli ultimi anni?

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di Redazione

21/11/2025

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Gli ultimi cinque anni sono stati di vera rivoluzione per molti aspetti della vita: uno di questi riguarda il lavoro. Soprattutto a seguito di quel cigno nero senza eguali che è stato il Covid, il modo di vivere la quotidianità professionale è stato interessato da mutamenti drastici. Per rendersene conto basta chiamare in causa lo smartworking, e il modo in cui ha impattato su aspetti come la gestione del work-life balance. Da citare è anche la cosiddetta Great Resignation; fenomeno che ha iniziato a prendere piede a seguito della fine dell’emergenza sanitaria, continua a mantenere numeri alti anche tra lavoratori non più giovanissimi ed è il risultato di diversi fattori. Sempre più persone scelgono di dire addio a posti fissi, spesso anche ben pagati, in quanto gli avvenimenti mondiali degli ultimi anni hanno permesso la maturazione di una nuova consapevolezza relativa al lavoro: oggi sappiamo che si tratta di una parte della vita e che se ci si lascia prendere la mano sono a rischio il benessere mentale e quello fisico. Di tempo da quando abbiamo attraversato il lockdown ne è passato tanto, ma è rimasto concreto il cambiamento delle priorità che le restrizioni sociali hanno portato: c’è il lavoro, ma anche diversi altri aspetti importanti, a partire dalla famiglia e senza dimenticare i propri hobby. Ecco che, come già accennato, si sceglie di lasciare il lavoro in ufficio a favore di un posto magari meno remunerato, ma in grado di garantire la massima flessibilità, o di aprire la Partita IVA. Numeri alla mano, il popolo delle Partite IVA, in Italia, è composto da più di 3 milioni di persone, molte delle quali lavorano online e, oggi come oggi, hanno la possibilità di presidiare mercati decisamente remunerativi. Uno di questi riguarda le professioni olistiche, tra cui quella del cartomante: lavorando in rete, dovunque si voglia, è possibile raggiungere un potenziale target di 12 milioni di persone (se si parte da zero, è consigliabile aprire un profilo su un sito verticale serio come il portale Giupiter.com, in modo da avere una vetrina di visibilità affidabile).

Generazione Z e lavoro: cosa vogliono gli under 30

Fra i cambiamenti più rilevanti da citare quando si parla di approccio al mondo del lavoro rientrano le scelte dei giovani della generazione Z. Nati tra il 1997 e il 2012, iniziano a entrare in questi anni nel mondo del lavoro e lo fanno con delle consapevolezze molto radicate: una di queste riguarda la formazione post laurea che, in media, permette di guadagnare circa 300 euro in più al mese. Gli esperti sono concordi nel definire la tendenza appena ricordata come l’ennesimo segno di una generazione sempre più attenta a fare in modo che il percorso lavorativo sia fortemente in linea con le proprie ambizioni e i propri valori. Gli under 30 stanno mettendo mano, rivoltandole totalmente, a dinamiche che hanno dominato lo scenario del mondo del lavoro per decenni e decenni: se in passato era normale uscire da un colloquio pieni di dubbi e speranze chiedendosi se quel “Le faremo sapere” era destinato ad avere un seguito, oggi è il giovane candidato a prendersi il tempo per valutare la proposta di lavoro. Ancora una volta, ritorna centrale la consapevolezza del fatto che il lavoro è solo uno dei tanti tasselli della vita di ogni giorno e non l’unico o quello centrale.

Altre tendenze

Fra le tendenze che più denotano il cambiamento nel mondo del lavoro troviamo la diffusione della settimana lavorativa di quattro giorni. Diverse aziende l’hanno già adottata con lo scopo di ottimizzare la produttività dei dipendenti e dei collaboratori, ottenendo dei risultati interessanti. Altro mutamento degno di nota riguarda l’implementazione, nei contesti aziendali, di politiche all’insegna dell’inclusione.
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