Che cos’è l’alopecia androgenetica?

Si sente molto parlare di alopecia androgenetica, ma cos’è veramente?

È una condizione fisiologica che comporta il progressivo diradamento dei propri capelli. E seppur questa forma di calvizia può generare fastidio, disagio e problematiche sociali è da sottolineare che non è una malattia.

Molto spesso si pensa che l’alopecia androgenetica riguardi solo gli uomini, ma in realtà anche le donne possono esserne colpite, seppure in minore misura.

L’alopecia androgenetica inizia solitamente nella zona delle tempie per poi estendersi verso l’attaccatura dei capelli generando la nota “stempiatura”.

A questo si aggiunge il fatto che con l’avanzare dell’età i capelli si assottigliano, soprattutto nella parte centrale della testa ed in alcune persone il fenomeno della calvizia può essere più visibile generando una perdita totale dei capelli in questa zona.

Gli uomini possono avere un decadimento dei propri capelli sin dall’adolescenza mentre a partire dai 50 anni subentra l’alopecia da invecchiamento che può coinvolgere anche tutta la capigliatura.

Nella donna la calvizia può giungere soprattutto quando questa entra in menopausa o ha uno sbilanciamento ormonale: i capelli iniziano ad assottigliarsi ed il diradamento in questo caso non è localizzato ma generale su tutto il cuoio capelluto.

Perdita di capelli, un problema genetico

Le cause sono da imputare principalmente ad una condizione genetica: se i propri genitori o nonni hanno sofferto di questo fenomeno, molto probabilmente anche i figli lo avranno.

Per questo motivo non esistono vere e proprie misure preventive, in quanto le cause genetiche od ormonali non possono essere influenzate dal proprio stile di vita.

La vita di un capello segue determinate fasi: il processo di crescita avviene grazie ai follicoli piliferi, e dopo che il capello si forma può avere vita fino anche a 7 anni, dopodiché decade naturalmente.

Il follicolo verrà nuovamente stimolato per formare nuovi capelli. Ma se intervengono problematiche ormonali o genetiche, i follicoli svolgeranno la loro funzione in maniera alterata: una loro dimensione ridotta può, infatti, generare ad ogni ciclo una produzione di capelli più sottili, meno resistenti, con una minore pigmentazione ed una fase di crescita accorciata. Quindi si andrà incontro ad una caduta anticipata del capello e ad una conseguente calvizia .

A tutto ciò si aggiungono le cause genetiche ed il gene AR sembra avere particolare importanza in questo fenomeno: uno squilibrio dell’attività dei follicoli piliferi pare sia da imputare a questo particolare gene presente nel cromosoma che si trasmette per via ereditaria.

Come intervenire contro la calvizia?

Quando ci si accorge di questa condizione bisogna effettuare controlli accurati ed affidarsi ad esperti. In una prima visita dermatologica si può constatare la patologia, mentre con un test del DNA si può approfondire la predisposizione genetica a questo fenomeno.

Secondariamente un esame specifico del sangue potrà escludere eventuali malattie come diabete, psoriasi o problematiche alla tiroide, dato che tra i loro sintomi vi sono appunto la perdita di capelli.

Dopodiché si può effettuare il test tricologico, nel quale viene prelevato un campione dei propri capelli per formare una vera e propria diagnosi.

Anche se il processo genetico seguirà inesorabilmente il proprio corso vi sono alcune accortezze che se seguite possono andare ad evitare di peggiorare la situazione: meglio non utilizzare sostanze chimiche, come le colorazioni, sul proprio cuoio capelluto e si devono evitare anche i lavaggi frequenti o trattamenti traumatizzanti per il capello come stiratura e permanenti troppo aggressive.

Per migliorare la propria calvizia si possono utilizzare speciali farmaci, ma solo dopo aver svolto tutte le analisi del caso ed essersi confrontati con un medico esperto in tricologia.

Esistono anche trattamenti di autotrapianto dei capelli: questa tecnica è un vero e proprio intervento e si basa sul prelevare una striscia del proprio cuoio capelluto con follicoli piliferi sani, per trasportarla ed innestarla nella zona interessata dall’alopecia.

Un altro trattamento simile utilizza la tecnica di prelevare esclusivamente i follicoli piliferi e trapiantarli in più sedute, nella zona interessata: i vantaggi rispetto all’autotrapianto sono l’assenza di eventuali cicatrici ed un decorso post operatorio più veloce.